sabato 7 giugno 2008

DIAVOLO DANCE THEATRE LOS ANGELES "DREAMCATCHER"



Direttore Artistico: Jacques Heim
Scene: Adam Davis, Jeremy Railton
Musiche: Nathan Wang, Jean Pierre Bedoyan, Juliet Prater.
Interpreti: Ken Arata, Briana Bowie, F. Nicholas Factoran, Philip Flickinger, Becca Greenbaum, Dusty Hyland, Erica Juergens-Bow, Renee Larsen, Melinda Ritchie, Anibal Sandoval, Jones Welsh, Garrett Wolf, Chisa Yamaguchi.

Enormi ruote di ferro appese sopra il palcoscenico, strutture pensate con l’aiuto di architetti e scultori che oscillano fino ai limiti estremi dell’equilibrio, altissime porte, scale dall’inclinazione disagevole, addirittura pareti da climbing su cui inventare movimenti inconsueti... I ballerini di Diavolo Dance Theatre s’impadroniscono di ogni spazio della scena danzando secondo un’estetica coreografica contemporanea e con un’incredibile tensione acrobatica del movimento, e fanno di ognuno di questi oggetti degli strumenti coreografici dalle mille possibilità creative. È questa la singolarissima cifra stilistica della compagnia, quella che ha colpito Lewis Segal, severo critico del “Los Angeles Time”, al punto da fargli scrivere «Jacques Heim, direttore artistico di Diavolo, è riuscito ad affermare la sua originalità creativa all’interno della comunità americana, dimostrando una genialità non comune». E in effetti anche al suo esordio in Italia, avvenuto lo scorso febbraio a Milano, Diavolo Dance Theatre ha lasciato il pubblico veramente senza fiato, complice uno spettacolo sbalorditivo che ridefinisce la danza in rapporto allo spazio, indirizzandosi a un pubblico moderno che vuole vivere a teatro emozioni forti.
Jacques Heim, che ha fondato la Compagnia nel 1992 e la dirige, è uno dei più promettenti coreografi degli ultimi anni: ha firmato – fra le altre cose – Ka, appaludito spettacolo del mitico Cirque du Soleil diretto da Robert Lepage, e ha assicurato alla formazione californiana un crescendo di consensi internazionali. Attorniato da una decina di performers che non provengono esclusivamente dal mondo della danza, ma contano anche esperienze di ginnasti o attori, lavora secondo modelli a metà fra quelli di una compagnia di danza e un circo contemporaneo, dove trovano spazio gioco e improvvisazione creativa, rigore tecnico e professionale. Assieme danno vita a qualcosa che, dice Heim, «non è inquadrabile come modern dance. È un mix di atletismo e acrobazia, physical dance e movimenti quotidiani, una nuova forma di teatro in movimento. Non ha intento narrativo, ma è astratto, viscerale, corporeo».

Stasera e domani al Teatro Rossetti, TS (io vado col papy!) ...


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