domenica 16 agosto 2015

Ricordi e parole

Riordinando i resti dell'ennesimo trasloco ho trovato dei fogli scarabocchiati: una lettera mai spedita che racchiude pensieri di 5 anni fa (credo),  belle parole che mi dispiaceva buttare senza dar loro un seguito seppur estemporaneo…

TRIESTE - I miei genitori hanno venduto l'appartamento di Trieste (la mia ex casa), scrivendo la parola fine ad un bel pezzo della mia vita. Certo ho avuto tutto il tempo per abituarmi all'idea, il cambiamento e' stato graduale, ma sapere che ormai e' definitivo mi fa soffrire un po'. Fin tanto che avevo ancora una casa, potevo continuare a fare i we a TS. La citta' degli anni più' belli della mia vita: la citta' dove ho studiato, dove ho amato, dove ho iniziato a lavorare. Ora rimarrà la citta' dove vive mia sorella, dove andremo a fare i pranzi di Natale, dove cresceranno i suoi figli e non i miei.

NEL MIO PICCOLO - A 15 anni volevo fare la ballerina. Poi ho avuto paura. Troppi sacrifici, troppi sforzi, troppe rinunce, troppo lontano. Non ero pronta, ne' abbastanza forte per affrontare tutto cio'. Ho avuto paura. O forse i miei genitori mi hanno fatto credere che avevo paura o semplicemente non ho avuto la forza di combattere.
Mi sarebbe piaciuto viaggiare, conoscere nuovi palcoscenici di teatri stranieri e concludere i miei viaggi con fasci di rose rosse. Ho viaggiato tanto anche senza ballare, anche con le paure dei miei genitori al seguito, ma non ho mai ricevuto fasci di rose rosse alla fine del viaggio. Non ho mai ricevuto fiori neanche quando ballavo nel teatro del mio paese. In fondo non sono mai stata una grande ballerina, pero' sono sempre stata brava nel mio piccolo. Che poi cosa vuol dire nel mio piccolo? Che quel poco che sappiamo lo sappiamo bene? Non credo, credo piuttosto si riferisca alla piccolezza dell'essere umano e non all'entità' del sapere. Nei confronti di un essere così piccolo e limitato, in questo senso sono sempre stata brava nel mio piccolo. Un'interpretazione che mi rassicura alquanto, perche' allo stesso modo di me anche i grandi, che sono grandi per fama e onore nei confronti del resto del mondo, nel loro piccolo sono tanto quanto me: piccoli nel loro piccolo.

NON SO SCRIVERE - Sto sognando, sto dormendo e sto pensando: che belle parole. Bisognerebbe scriverle, ma non ne sono capace. Catturarle su una pagina bianca e lasciarle li'. Non ne sono capace. Non sono capace di scrivere tanto veloce quanto veloce viaggia il pensiero, non sono capace di catturare il senso delle parole nella grafia nero su bianco. Detesto il rumore meccanico della tastiera e mi perdo nel tentativo di ricordare il flusso spontaneo dei pensieri.
Per un attimo mi fermo, li guardo. Sospesi nell'aria, galleggiano nella mia mente e si nascondono pensando di non essere visti. Giocano a confondermi alternandosi e mutando colori, forme, caratteri. In un attimo riprendo la ragione e di nuovo tornano tutti in fila come soldatini all'appello.
Non ne sono capace. La punteggiatura e' una croce. Non esiste punteggiatura degna del ritmo, della musica, delle pause dei miei pensieri. Segni asettici, tutti uguali e privi di spirito. La punteggiatura non esiste, non esiste uguale per tutti nei pensieri. Esistono solo i sospiri e i respiri. Insomma, non ne sono capace. Di scrivere, non ne sono capace.

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