giovedì 22 ottobre 2009

Affonda

Al bar, in un uggioso pomeriggio qualsiasi ma poco probabile. Un caffè con la mia mamma, come vecchie amiche che si apprestano a riprendere le fila del passato. Le ordinazioni le prende un baldo giovane dell'aspetto di Guillermo Mariotto e invece di una lista di caffè, tea e biscotti, la donna in mia compagnia sta già pensando al Natale "Ma è vero che in giro ci sono solo mutande rosse?!". Ribrezzo, vergogna, imbarazzo. Da mia mamma che per prima mi ha insegnato a non portare i panni sporchi in piazza... Forse ho capito male, ma il cameriere ormai se nè già andato e non c'è margine di scusa. Andiamocene ti prego. Andiamocene e tuffiamoci nella pioggia di oggi. Dalla frettad i lasciare il luogo del reato mi accorgo di aver dimenticato il cellulare (e se qualcuno mi cerca? Poi è un regalo...) e anche la cioccolata (souvenir di Perugia. C'era la festa del cioccolato questo weekend e non posso perdere le mie barrette ora che il tg ha finalmente sdoganato il cioccolato). Al tavolo dove prima sedevo bevendo un caffè mai arrivato, c'è un gruppetto mal assortito di giovani che si accingono a preparare una grigliata. un clima primaverile che stride con la pioggia scrosciante che sento arrivare da fuori. Fortunatamente l'educazione non si è persa del tutto e il mio cellulare è ancora lì, sul tavolo, in carica. E la cioccolata? era nascosta, non l'hanno vista. Furtivamente mi riapproprio dei miei averi e mi tuffo di nuovo in strada. Mi tuffo nella piscina, nel mare sconfinato che ormai si è formato, che dilaga e somemrge tutto ciò che prima era la città. Anche il bar è scomparso sotto a questo mare di pioggia. All'orizzonte compare una barca, uno yacth, una nave. L'acqua sale e io ormai non vedo nulla e nessuno intorno a me, solo una barca. Lasciatemi salire. Un fucile. Non so come si usa, non ne ho mai visto uno e forse non è neppure realtà. Non l'ho neanche preso in mano e vedo cadere tutta la gente attorno. Lo yacth è mio e io finalmente sono sola, ma è mio. La pioggia continua a cadere e a salire da sotto, dal mare. Affonda. Affonda anche questo ultimo appiglio che sembrava così solido sotto ai miei piedi umidi. Affonda e con lui anch'io. Sono già stanca di dover nuotare per tenermi a galla e riemrgono da sotto tutte quelle persone. Loro galleggiano e non fanno fatica.

... Solo brutti sogni

2 commenti:

Anonimo ha detto...

caspita scrivi davvero bene...complimenti..angie

Marilù ha detto...

beh dai a qualcosa sarà pur servita la Rieppi?! (o forse solo merito della Jacuzzi?)